“Cambiare il paradigma di sviluppo, nel senso sostenibile e dell’economia circolare, significa fare una precisa scelta di campo, nell’accettare un profondo ripensamento del rapporto tra economia, società, ambiente e produttivo. Per farlo la dialettica, anche quella politica, andrà sempre subordinata alla ricerca di convergenze possibili, tenute insieme dalla malta della corresponsabilità, del dialogo e della partecipazione anteposti a contrapposizione preconcette o ispirate da qualche guerra santa o tentazione populista. E’ l’approccio della CGIL su questioni importanti come l’ILVA, ma che ci fanno pensare che ogni scelta anche in questo caso, non ha bisogno di ulteriore violenza, piuttosto di una riflessione seria sul modello di produzione e sul modello di lavoro.”
Così Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto, presentando la giornata di lavori che il prossimo 17 maggio a partire dalle 9.30 vedrà nella sede della Camera di Commercio, esponenti istituzionali, associazioni e rappresentanti di settori produttivi, parlare di “Sviluppo Sostenibile – L’impegno del mondo del lavoro”.
“Viviamo in un clima di contrapposizioni violente, mentre il bene comune, e gli stessi indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile), ci dicono che le mete si raggiungono solo quando la conoscenza e la consapevolezza sono patrimoni diffusi – dice Peluso – pertanto ponendo il caso della rivoluzione produttiva che dovrebbe riguardare Taranto come si pensa sia possibile instaurarla senza coinvolgere i motori stessi di quella macchina che sono i lavoratori?
E’ riduttivo parlare solo di ILVA, perché in realtà il tema in discussione è piuttosto una scelta di campo che coinvolge tutti i settori dell’esistenza e del produrre, nonché del consumare – dice Peluso – ma proprio sul siderurgico tarantino abbiamo dato prova di inconsistenza. Ci siamo arenati di fronte alle soluzioni che proponevano l’Eden ma in realtà abbiamo continuato a non ambire neanche ad una soluzione di miglioramento del nostro futuro. Alibi che diluiscono responsabilità rispetto ad una rivoluzione epocale non lascia scelte: lo sviluppo è eco-sostenibile o non è sviluppo. Ne discutiamo almeno da dieci anni senza grosse evoluzioni soprattutto nel nostro modo di pensare. Uno scoglio culturale che non lascia spazio alla mediazione.
Taranto è invece l’icona italiana della sfida al cambiamento ed è necessario che la transizione sia governata non dalle pance ma dalle menti, a cominciare da quelle dei lavoratori, ancora troppo marginali in un dibattito che mentre spinge al cambiamento continua a considerarli pezzi di ricambio e non come primi motori culturali e sociali di questa evoluzione. Mentre è in quella dimensione che comincia il cambiamento e come CGIL ne siamo più che convinti.
L’evento servirà anche a presentare a Taranto la piattaforma che la CGIL ha sviluppato in favore dello sviluppo sostenibile. Nella mattinata si svolgerà il confronto tra esperti e rappresentanti di categoria e nel pomeriggio si svolgerà la tavola rotonda aperta ai sindaci del territorio.”
Questo nel dettaglio il programma della giornata.
Dalle 9.30 ci sarà il saluto di Luigi Sportelli, presidente della Camera di Commercio di Taranto. Subito dopo la relazione introduttiva di Paolo Peluso seguirano gli interventi di: Vincenzo Cesareo, presidente Confindustria Taranto, Leonardo Giangrande, presidente Confcommercio Taranto, Pietro Vito Chirulli, co-amministratore del Gruppo Finsea; Domenico Amalfitano, presidente del Centro di Cultura “G. Lazzati”. Concluderà Pino Gesmundo, segretario regionale della CGIL Puglia.
A seguire ci sarà la tavola rotonda con i sindaci di Taranto, Laterza, Massafra e Grottaglie, Rinaldo Melucci, Gianfranco Lopane, Fabrizio Quarto, Ciro D’Alò, il presidente di Legambiente Taranto, Lunetta Franco e le conclusioni di Gianna Fracassi componente della segreteria nazionale della CGIL.
Le due fasi saranno coordinate dal giornalista Massimiliano Martucci e da Elisa Lattanzi della CGIL di Taranto.