«La vocazione? Io direi che si tratta piuttosto di curiosità». Il Crest ricorda Tino Schirinzi, proponendo, sabato 12 gennaio, alle ore 19 nel foyer del TaTÀ di Taranto, in via Deledda al quartiere Tamburi, un ritratto a cura di Alla Munchenbach, inserito nella serata “Maestri” della nona stagione di “Periferie”. Ingresso libero.
Attraverso la presentazione di un libro, la lettura di alcune sue pagine, una galleria di foto tratte da materiale iconografico proveniente da archivi teatrali e collezioni private, un montaggio video di spezzoni tratti dalla Rai di differenti sue interpretazioni teatrali e televisive si proverà a raccontare la storia di un artista tarantino che scelse la Toscana, Barberino di Mugello, per trascorrere gli ultimi anni della sua vita, di un trentennio di storia del teatro italiano, ma anche e soprattutto di umanità, di arte, di vita vissuta in stile leggero, scorrevole. Ricordato da molti come il volto di Paganini e Majakovskij negli anni ‘70, Tino Schirinzi (1934-1993), tra gli attori preferiti da Giorgio Strehler, è stato uno dei pionierei prima e protagonista poi degli anni d’oro del teatro italiano fine anni ‘60, ‘70 e ‘80.
Il bel lavoro di ricerca e ricostruzione della biografia artistica e non solo che Alla Munchenbach ha realizzato nel libro “Tino Schirinzi. Un mestiere costruito sull’acqua”, pubblicato nel 2017 da Edit@ Casa Editrice & Libraria di Taranto, fornisce la migliore occasione per un doveroso omaggio a 25 anni dalla dolorosa scomparsa, per riscoprire persone del nostro passato e svelare l’uomo oltre l’attore, con i suoi tormenti, le sue debolezze, la sua inquietudine.
«Un “guizzo elettrico” all’occorrenza, poetico in molte circostanze. Tino Schirinzi è stato un protagonista di rilievo del grande teatro italiano, dagli anni sessanta ai primi anni novanta. Aveva con la sua terra d’origine, la Puglia, un rapporto d’amore e odio. Come si ama una donna che non si potrà mai avere e da cui siamo costretti, nostro malgrado, a prendere le distanze. Il desiderio di recitare lo ha portato lontano ma, in ogni momento della sua vita, non ha perduto mai il legame con le voci, i suoni, gli odori della sua infanzia… sono stati la culla da cui attingere la sua arte, la sua genuina singolarità. Nato da una tesi di laurea, questo libro rappresenta uno studio dettagliato ed esaustivo sul brillante e tortuoso percorso artistico di questo attore tarantino. Una occasione preziosa per ripercorrere, attraverso la vita esclusiva di un individuo, la storia del teatro negli ultimi decenni del Novecento, le vicende di un paese. Il tutto intrecciato indissolubilmente a rappresentare la trama di un’esistenza», dalla seconda di copertina del libro dell’operatrice teatrale Alla Munchenbach.
Alla Munchenbach è nata nel 1973 a Salon de Provence in Francia. Appassionata di lingue fin da bambina, tra il 2006 e il 2008 frequenta corsi di lingue e letteratura inglese, tedesca, francese e russa alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Dal 1998 al 2001 studia tecniche teatrali alla Nuova Accademia del Teatro d’Arte di Bibbiena. Nel 2010 è tra le fondatrici della Compagnia Gatte da Pelare. È allieva della pedagoga teatrale Olga Melnik, con la quale consegue nel 2015 il diploma della scuola del Centro Teatro Internazionale di Firenze. Nel 2016 si laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo a Prato. Attualmente lavora come operatrice teatrale per la Compagnia Catalyst di Firenze, collabora in vari progetti di produzione e formazione e si sta specializzando all’Istituto Teatrale Europeo di Roma in Orientamento Sociale nelle Arti Terapie Espressive.
La nona stagione di “Periferie” è parte di “Heroes”, progetto triennale 2017-19 di Crest e Tra il dire il fare (Ruvo di Puglia, BA) in ATS, in ordine all’avviso pubblico per iniziative progettuali riguardanti lo spettacolo dal vivo e le residenze artistiche – Patto per la Puglia – FSC 2014/2020 – Area di intervento “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali”.