Disegni, collage, rilievi metallici, graffiti e sculture, per chiunque vorrà avvicinarsi a un mondo che promette grandi suggestioni. Da domenica 7 aprile a domenica 12 maggio, infatti, resterà in esposizione nel CRAC Puglia, il Centro ricerca arte contemporanea in corso Vittorio Emanuele II 17, in Città vecchia a Taranto, la personale del maestro Carlo Lorenzetti dal titolo “Piegare la luce”. L’iniziativa, promossa dallo stesso Centro, a cura di Roberto Lacarbonara, è realizzata in collaborazione con Mysterium Festival.
Per oltre un mese, ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30, sarà possibile visitare la mostra giunta a Taranto dopo il grande successo registrato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. In questa occasione, CRAC Puglia incontra uno dei più grandi maestri italiani della scultura. Saranno ripercorsi circa trent’anni di produzione (1989-2018) attraverso una selezione di disegni, collage, rilievi metallici, graffiti e sculture. Fragili e spirituali, simili ad icone dotate di sacralità e mistero, le forme dinamiche, le superfici riflettenti ed i volumi minimi di Carlo Lorenzetti compongono un corpus di corpi-oggetti in grado di ritmare la luce con meditata sapienza ed essenzialità.
«Una concezione della scultura tesa a negare ogni consistenza di massa o di peso e orientata a reinventarla nel segno della leggerezza e dell’estensione spaziale», sostiene l’artista, guardando ad una tradizione scultorea che, dalla tradizione sacra rinascimentale risale sino agli esiti plastici di Calder e Melotti, Arp e Brancusi, specie nella tensione verso una purezza formale in grado di rinnovare, ogni volta, il volume impalpabile del vuoto, della luce, del silenzio: «strutture concepite per catturare le pieghe nell’aria o suggerire architetture del cielo».
CARLO LORENZETTI – Note biografiche
Carlo Lorenzetti nasce nel 1934 a Roma. Dopo aver compiuto gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma e presso l’Académie de France a Villa Medici, insegna discipline plastiche negli Istituti d’Arte. Nel 1959 vince il premio nazionale per la giovane scultura assegnato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; un premio gli viene pure attribuito nel 1961 alla Biennale del metallo di Gubbio ove, in seguito, avrà ulteriori riconoscimenti. Nel 1962 è invitato all’esposizione di Spoleto “Scultura nella città”, quale scultore più giovane accanto ad Arp, Calder, Moore, Smith ed altri. Partecipa alle Biennali di Venezia (1970, 1972 con sala personale, 1976, 1986), alle Quadriennali di Roma (1965, 1973 con sala personale, 1986, 1999), a “Ferruzzi per l’arte”, un progetto di AAM Architettura Arte Moderna con “Elementi di condensazione della luce” per la volta del Palazzo delle Arti di Ravenna (1991), a rassegne in musei nazionali e internazionali Montreal, New York, Milano, San Paolo del Brasile, Madrid, Colonia, Vienna, Cracovia, Lubiana, Budapest, Basilea, New Delhi, Tokyo, Bilbao, Buenos Aires, Mosca, Leningrado, Francoforte sul Meno, Osaka, Bruxelles etc.). Tiene mostre personali, anche antologiche, nella città di Anghiari (1972), nel Palazzo Comunale di Salò (1986), nel Palazzo dei Consoli di Gubbio (1986), nella Galleria Niccoli di Parma (1989), nella Galleria Civica di Modena (1992), nel Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara (1996), nel Castello di Pergine Valsugana (1998), nella Galleria Fumagalli di Bergamo (2001) etc. Sue opere sono esposte in musei e in collezioni pubbliche sia in Italia che all’estero. Realizza, su commissione, grandi sculture in spazi pubblici. Riceve, come conferma della critica per il suo percorso artistico, riconoscimenti ufficiali quali il Premio Nazionale per la Giovane Scultura (1959) attribuito dalla GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma, il Premio Antonio Feltrinelli per la Scultura (1988) assegnato dall’Accademia Nazionale dei Lincei, il Premio Presidente della Repubblica Italiana per la Scultura (2004) su designazione dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui è membro dal 1999 e Presidente nel biennio 2015-2016.