Si svolgerà nei giorni di venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 Aprile 2018, la seconda edizione del workshop fotografico “Obiettivo Storia”, organizzato dall’Associazione Fotografica 2.8, di Grottaglie.
La caratteristica di questa iniziativa è quella di creare un’atmosfera suggestiva di sapore e colore retrò, per favorire un’esperienza fotografica dinamica e narrativa, collocabile in un ambito spazio-temporale storicamente ricostruito. Quest’anno, grazie alla collaborazione dell’Associazione di Promozione Sociale “Timeline” e de “I Ragazzi del 25”, sarà possibile ricreare momenti scenici di rievocazione, riferiti a quella che venne definita “Operazione Husky”, ossia lo sbarco in Sicilia, sulle spiagge di Gela, da parte degli alleati, avvenuta nel luglio del 1943. Sarà l’affascinante location dell’ipogeo “Passo di Ronda” di via Cava, nella città vecchia di Taranto, ad ospitare i due pomeriggi di formazione. Venerdì 20 aprile, alle ore 19.30, Davide Mele, presidente di “Timeline”, introdurrà il periodo storico, oggetto di questa rievocazione. L’APS “Timeline” nasce con lo scopo di promuovere il territorio, attraverso la rievocazione storica, mediante eventi, raduni e altre occasioni di aggregazione sociale. Fondamentale, per lo svolgimento delle attività, la ricerca storica e lo studio per il reperimento delle fonti, che rivestono il nucleo principale attorno a cui si sviluppa il lavoro di ricostruzione e di rievocazione. L’Associazione è laica, apartitica e apolitica, non si presta ad essere, in alcun modo, veicolo di atteggiamenti di violenza, né di discriminazione razziale, ma si pone, piuttosto, quale mezzo di divulgazione della memoria storica, al fine di evitare che guerre e violenze siano ancora perpetrati. Sabato 21 aprile, alle ore 18.00 è previsto un incontro di formazione fotografica, tenuto da Domenico Semeraro, che presenterà un tour d’horizon dei grandi fotografi di guerra e degli aspetti peculiari, che la fotografia bellica raccoglie in sé. Si parlerà dell’uso dell’immagine fotografica sui giornali, dagli anni Trenta ad oggi. L’autenticità, che caratterizzava la fotografia, conferì alle immagini il particolare valore di “documento” e, questo, ne favorì l’impiego nella riproduzione degli eventi di cronaca. A fine Ottocento, l’invenzione della lastra a mezzatinta e le macchine fotografiche di piccole dimensioni, come la Kodak, la Leica o l’Ermanox, cambiarono definitivamente il rapporto tra fotografia e carta stampata. Nacque, così, il giornalismo fotografico inteso in senso moderno: una forma di comunicazione capace di integrare fotografia e testo scritto. Gli anni Trenta costituirono l’età dell’oro del fotogiornalismo, grazie alla diffusione di importanti riviste come “Vu”, l’ “Illustration”, il “Picture Post” e tra il 1936 e il 1937 “Life” e “Look”. “Life” si distinse dalle altre per aver scelto una linea editoriale, in cui erano le immagini a raccontare, non le parole. La fotografia passò dall’essere semplice funzione accessoria di commento, a supporto informativo diretto, rovesciando così il rapporto tra parola ed immagine. Sulle pagine patinate della rivista furono raccontate le guerre e i maggiori avvenimenti, che accaddero, a livello mondiale, dal 1936 al 1972. Nei suoi trentasei anni di vita “Life” annoverò nel suo staff i migliori fotografi del mondo, tra cui Robert Capa, Alfred Eisenstaedt, Margareth Bourke White, W. Eugene Smith e tanti altri, che informarono il pubblico internazionale attraverso le immagini, facendo di “Life” una vera e propria vetrina sul mondo. E, poi, la “Magnum Photos”, nata nel 1947, da un’idea di Robert Capa, l’agenzia fotografica più prestigiosa del mondo, è cresciuta negli anni grazie al talento dei tanti fotografi-membri, che hanno raccontato con le immagini tutti i capitoli più importanti della storia di mezzo secolo, cogliendo quella parte di realtà, che la televisione è in grado solo di accennare o, peggio, di dimenticare. Si proporrà, dunque, un’analisi dei diversi aspetti del potere di testimonianza della fotografia, che l’ha portata a essere considerata un utile mezzo di propaganda per tutti i tipi di governo, dai regimi totalitari a quelli democraticamente eletti. Alcune tra le più celebri fotografie come “L’istante della morte” di Robert Capao quella di Rosenthal, che ritraela bandiera americana sull’isola di Iwo Jima, pongono l’accento sucome queste immagini di guerra, col tempo, abbiano acquistato il carattere di documento storico e quanto sia importante sapere se esse siano delle “vere” istantanee oppure delle messe in scena, poiché una volta diventate “simbolo”,rappresentano la sintesi della guerra a cui appartengono, a prescindere dalla loro veridicità.Saranno approfonditi anche aspetti prettamente tecnici, per un approccio ottimale alla sessione di shootingsul campo, organizzata per domenica 22 aprile, con inizio alle 9.30. Al termine del workshop, saranno selezionate due foto a partecipante, che faranno parte della collettiva, esposta durante il Grottaglie Foto Festival 2018. Il presidente dell’Associazione Fotografica 2.8, Max Germinario, resta a disposizione per ulteriori informazioni: info@2punto8.org; facebook: associazione fotografica 2.8.