il futuro del grano di qualità protagonista a Taranto
Il Consorzio Global Fresh Fruit organizza con relatori di levatura nazionale il convegno “Quali scenari nel mercato del grano duro?”
A Taranto Paolo La Cava, responsabile acquisti Barilla Sud Italia, e Piero Toscano ricercatore IBIMET CNR di Firenze
La tracciabilità “certificata” dell’intera filiera, dalla semina del frumento al conferimento del grano duro al mulino, è l’unico modo per garantire al consumatore finale la provenienza del grano con cui è stata prodotta la pasta che sta acquistando.
Va in tale direzione il recente Decreto interministeriale che obbliga di indicare sull’etichetta l’origine del grano duro utilizzato, anticipando così il regolamento esecutivo UE che, dal 2020, renderà obbligatorio indicare sull’etichetta degli alimenti l’origine dell’ingrediente principale, indipendentemente dal luogo di produzione.
Per i pastai italiani l’importazione di grano duro dall’estero è una necessità: infatti la produzione nazionale, 4 milioni di tonnellate, è inferiore del 30% al fabbisogno annuo di grano duro di 5,6 milioni di tonnellate.
Peraltro non sempre il tenore proteico del grano italiano raggiunge il 14% richiesto dagli standard nazionali di alta qualità, tanto da costringere sovente i pastai a “miscelare” il prodotto nazionale con grano estero, più costoso, ma con una percentuale proteica maggiore.
Ma non sempre gli agricoltori stranieri rispettano gli standard agronomici italiani: il Gruppo Barilla ha annunciato che non acquisterà più grano duro dagli agricoltori canadesi che utilizzano il glifosato per l’essiccazione…
È un settore che a breve dovrà confrontarsi anche con la costituenda CUN (Commissione Unica Nazionale) per il grano duro, un nuovo organismo composto dai rappresentanti dei produttori agricoli e degli acquirenti.
Utilizzando un nuovo sistema capillare basato sull’acquisizione dei contratti di acquisto del grano duro, sarà la CUN a rilevare settimanalmente il prezzo delle principali qualità di grano duro: “Fino”, “Buono Mercantile” e “Mercantile”.
Una distinzione che al mo