Lisa Ginzburg

Giovedì 23 settembre sarà ospite di Aperitivo d’Autore Lisa Ginzburg, autrice di “Cara pace” (Ponte alle Grazie), con cui è arrivata nella dozzina finale all’ultima edizione del Premio Strega.

Si tratta del primo vero romanzo di una protagonista della cultura italiana, che ha voluto scavare tra i calcinacci della famiglia, raccontando con abilità estrosa la fatica femminile di crescere proteggendo e proteggendosi. L’appuntamento è alle ore 19 a Masseria Leucaspide, tra Statte e Massafra, un luogo accogliente risalente al 1500 che in passato è stato tappa di passaggio per diversi personaggi storici.

Come consuetudine del format dell’associazione Volta la carta, l’evento sarà aperto dalla buona enogastronomia del nostro territorio, per l’occasione rappresentata dalla cucina del Symposium Cafè e dai vini di Cantina Lama di Rose. È partner dell’evento anche la libreria AmicoLibro. Dialogherà con la scrittrice l’ideatore di Aperitivo d’Autore, il giornalista Vincenzo Parabita. Per prendere parte alla serata è obbligatorio prenotare chiamando al numero 380.4385348 oppure scrivendo all’indirizzo email aperitivodautore@gmail.com. I posti sono limitati e si accede solo con Green Pass.

L’autrice Lisa Ginzburg

Scrittrice, traduttrice e filosofa, Lisa Ginzburg vive e lavora a Parigi. È figlia di Carlo Ginzburg e nipote di Natalia. Ha studiato alla Normale di Pisa e si è specializzata in mistica francese del Seicento. È stata direttrice di cultura della Unione Latina. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Desiderava la bufera” (Feltrinelli, 2002), “Colpi d’ala” (Feltrinelli, 2006), “Per amore” (Marsilio, 2016), “Buongiorno mezzanotte, torno a casa” (Italosvevo Edizioni, 2018) e “Pura invenzione. Dodici variazioni su Frankenstein di Mary Shelley” (Marsilio, 2018). “Cara pace” (Ponte alle Grazie, 2020) è il suo primo romanzo.

Il libro di Lisa Ginzburg

Maddalena, la maggiore, è timida, sobria, riservata. Nina, di poco minore, è bella e capricciosa, magnetica, difficile, prigioniera del proprio egocentrismo. Le due sorelle, legate dal filo di un’intima indistinzione, hanno costruito la loro infanzia e adolescenza intorno a un grande vuoto, un’assenza difficile da accettare. Ancora adesso, molti anni dopo, cercano di colmarla con corse, lunghe camminate, cascate di parole e messaggi WhatsApp che, da Parigi a New York, le riportano sempre a Roma, in una casa con terrazzo affacciata su Villa Pamphili, dove la loro strana vita, simbiotica e selvatica, ha preso forma.

È proprio a Roma che Maddi, da sempre chiusa nel suo carapace, decide di tornare, fuggendo dai ruoli che la sorella, prima, e la famiglia poi, le hanno imposto. Finalmente sola con sé stessa e con i suoi ricordi, lascia cadere le difese e, rivivendo i luoghi del passato, inverte le parti e si apre alle sorprese che riserva la vita. Padri e madri, amicizie e passioni, alberi e fiumi fanno da cornice a una storia d’amore e di abbandono che, come ogni storia viva, offre solo domande senza risposta. E misura con il metro felice della letteratura la distanza che intercorre tra la ferita originaria e la pace sempre e solo sfiorata della maturità.

“Cara pace” è stato selezionato nella dozzina della 75a edizione del Premio Strega (proposto dalla scrittrice Nadia Terranova) ed è in finale al Premio Letterario Chianti.

La location

Storia e leggenda si fondono a Leucaspide in scenari di struggente bellezza. Nata nel Cinquecento come masseria, fu acquistata nel secolo successivo dalle monache di Santa Chiara di Taranto che la detennero per circa duecento anni. In quel periodo l’uliveto della masseria divenne uno dei più imponenti del territorio, tanto da rendere necessaria la costruzione di un trappeto per la trasformazione delle olive all’interno della struttura stessa.

Negli anni post-unitari, in seguito all’abolizione delle istituzioni religiose, alcune proprietà ecclesiastiche passarono allo Stato e ciò accadde anche per la tenuta di Leucaspide. Così nel 1869 l’italo-inglese sir James Lacaita, senatore del Regno, la acquistò adibendola a suo ritiro estivo. Al suo interno ospitò importanti personaggi dell’epoca: l’imperatrice Vittoria con le sue figlie, Gioacchino Murat, Giuseppe Bonaparte, il direttore del Museo di Taranto Luigi Viola, il banchiere Carlo Cacace e i feudatari più facoltosi della provincia ionica. Tra i molti ospiti di rilievo va ricordata la presenza della scrittrice di viaggio Janet Ross che subì il fascino di questo posto.

Continuando la tradizione ottocentesca, la Masseria Leucaspide si propone, oggi come allora, come suggestiva location in cui celebrare eventi importanti. La struttura, immersa nel verde, si trova a pochi chilometri da Taranto, in agro di Statte.