Un Aperitivo d’Autore con Mario Desiati da tutto esaurito quello che si terrà martedì 20 settembre a Crispiano, a Masseria Amastuola Wine Resort. Da diversi giorni, infatti, non ci sono più posti per prendere parte all’atteso evento con lo scrittore di Martina Franca, fresco vincitore del Premio Strega.
Dopo i successi de “Il paese delle spose infelici”, “Ternitti” e “Candore”, con “Spatriati” (Einaudi) Desiati ha messo in scena le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Un romanzo sull’appartenenza e l’accettazione di sé, sulle amicizie tenaci, su chi ha guardato lontano per trovarsi.
Dialogherà con l’autore il giornalista Vincenzo Parabita, ideatore del format Aperitivo d’Autore. Si comincerà alle 19.30. L’appuntamento, come consuetudine del format organizzato dall’associazione Volta la carta, vedrà una prima parte dedicata all’enogastronomia, in cui sarà servito un originale aperitivo realizzato dalla chef della struttura e abbinato ai pregiati vini biologici di Cantine Amastuola. A seguire gli spazi dell’antica struttura ospiteranno l’incontro con il noto scrittore.
L’autore Mario Desiati
Originario di Martina Franca (TA), dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, Mario Desiati esordisce come narratore nel 2003 con il romanzo “Neppure quando è notte”.
Tra i lavori di maggior rilievo si ricordano: “Vita precaria e amore eterno” (2006), “Il paese delle spose infelici” (2008, da cui è stato tratto l’omonimo film), “Foto di classe” (2009), “Ternitti” (2011, finalista al Premio Strega), “Il libro dell’amore proibito” (2013), “Mare di zucchero” (2014), “Candore” (2016) e “Spatriati” (2021, Premio Strega 2022).
Noto anche come poeta, ha pubblicato su riviste nazionali e internazionali. È stato caporedattore della rivista Nuovi argomenti e, dopo un’esperienza alla Mondadori, dal 2008 al 2013 è stato direttore editoriale di Fandango Libri.
Il libro
Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano più.
A Claudia però la provincia sta stretta, fugge appena può, prima Londra, poi Milano e infine Berlino, la capitale europea della trasgressione; Francesco resta fermo e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi.
Con una scrittura poetica ma urticante, capace di grande tenerezza, dopo “Candore” torna a raccontare le mille forme che può assumere il desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde del romanticismo, senza pudore nell’indagare i dettagli più ruvidi dell’istinto e dei corpi, interroga il sesso e lo rivela per quello che è: una delle tante posture inventate dagli esseri umani per cercare di essere felici.