Talos festival

Sabato 13 e domenica 14 febbraio con due appuntamenti in streaming dal Museo del libro – Casa della Cultura di Ruvo di Puglia, prosegue l’edizione straordinaria del Talos Festival 2020/2021.

Dopo i primi quattro giorni fra danza e musica che, dall’8 all’11 ottobre, hanno ospitato, tra gli altri, Peppe Servillo, Xavier Girotto, Paolo Angeli, Antonello Salis, Sanna Myllylahti, Stephanie Kajal, Virgilio Sieni, il festival propone due serate di conversazioni e dialoghi artistici dedicati a Basilio Giandonato, Alfredo D’Ascoli e il mondo della Banda, al compianto musicista e compositore Gianni Lenoci e la presentazione del video che racconta il progetto internazionale Crisol che si muove tra la Puglia e il Libano.

Il Talos Festival

In questa fase, a causa del perdurare delle restrizioni anticovid19, il festival si sposta momentaneamente sul web nell’attesa di tornare in primavera nelle piazze e nei contenitori culturali di Ruvo per il gran finale di questa edizione.

Talos festival – con la direzione artistica dell’ideatore Pino Minafra e del musicista e compositore Livio Minafra e il progetto coreografico di Giulio De Leo – è promosso dal Comune di Ruvo di Puglia, con il cofinanziamento di Regione Puglia tramite Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020 – Valorizzazione della Cultura e della Creatività territoriale, in collaborazione con Associazione Terra Gialla e Compagnia Menhir Danza e altre realtà pubbliche e private.

Il primo appuntamento, sabato 13 febbraio

Questa sessione online del festival prenderà il via sabato 13 febbraio alle 18 con la presentazione del quinto volume della collana “Lost Tapes”, curata dal musicista e ricercatore Livio Minafra per l’etichetta Angapp Records.

La nuova uscita “Basilio Giandonato, Alfredo D’Ascoli e la Banda di Lecce” sarà illustrata, oltre che dal curatore, da Brunilde e Fedora Giandonato (figlie di Basilio Giandonato), Giuseppe Pascali (autore del libro “La Banda di Lecce”, Capone Editore), Elisabetta e Alfredo D’Ascoli (nipoti del M° Alfredo D’Ascoli), Vincenzo Ciliberti (storico solista di flicorno sopranino), Antonio Farì (docente di Storia della Musica al Conservatorio Tito Schipa di Lecce), Michele Di Puppo (direttore di Banda), Rocco Di Rella (Associazione Culturale Basilio Giandonato – Ruvo di Puglia) e Monica Filograno (Assessora alla cultura del Comune di Ruvo di Puglia).

Il progetto firmato da Minafra nasce con la voglia di portare sotto i riflettori una classe di musicisti, compositori e direttori originari o legati a Ruvo di Puglia che suonarono in Italia e nel mondo.

Questa ricerca ha portato il compositore e docente a raccogliere video, foto, audio, interviste a protagonisti, sopravvissuti, eredi e persone vicine a questo mondo e alla realizzazione di questa collana inedita.

Classe 1924, Basilio Giandonato con il suo flicorno sopranino era soprannominato la Maria Callas della Banda. Nato nel 1895, Alfredo D’Ascoli, direttore di Banda, lavorò in stretto contatto persino con Arturo Toscanini.

Una dedica al pianista Gianni Lenoci

Domenica 14 febbraio la serata si aprirà alle 16:30 con un incontro dedicato al pianista e compositore “Gianni Lenoci”, scomparso prematuramente il 30 settembre 2019.

Interverranno, tra video, collegamenti e performance Annamaria Dibello (moglie del musicista e presidente dell’Associazione Culturale musicale Gianni Lenoci), Pino Minafra (musicista, fondatore e direttore artistico Talos Festival), Ugo Sbisà (giornalista e critico musicale de “La Gazzetta del Mezzogiorno”), Roberto Ottaviano (musicista e compositore), Andrea Montanari (artista), Claudio Chianura, editore di Haze Auditoriumedizioni che ha pubblicato il volume “Gianni Lenoci. L’alchimista dell’istante” e Gianni Mimmo, sassofonista e collaboratore di Lenoci, responsabile dell’etichetta Amirani Records che ha prodotto il cd “A Few Steps Beyond”, che propone l’ultimo concerto di Lenoci registrato a Ruvo di Puglia durante Talos Festival 2019, a poche settimane dalla sua scomparsa.

Nel suo ultimo anno di vita, oltre ai progetti musicali, Lenoci ha cominciato a dare forma al suo autoritratto ideale di pianista e compositore.

Nella raffinata concisione del dettato stilistico, Il libro ci rende una immagine dell’autore ricca di dettagli e spunti nei quali «siamo portati a riconoscere, con emozione, i temi che gli stavano a cuore, di cui parlava spesso e che lo appassionavano come intellettuale, come uomo e come poliedrico musicista che ha coniugato l’identità del pianista classico con stimoli e rivelazioni derivanti dal mondo del jazz», sottolinea nella prefazione Paolo Testone.

Dalle 18:30, infine, la presentazione e proiezione del docufilm “16d45h (sixteen days, forty five hours)” di e con il danzatore Antonio Savoia e la coreografa, danzatrice, attrice e docente libanese Stephanie Kajal (che saranno in collegamento).

Il video – riprese e montaggio di Martina Di Vittorio e Nicolò Serafino – conclude il percorso East Mediterrenean (Tradizione e realtà digitali) sviluppato con il coordinamento e il tutoraggio del coreografo Giulio De Leo nell’ambito del progetto di internazionalizzazione CRISOL creative processes finanziato dal programma Boarding Pass Plus promosso dal MiBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo con la produzione di Fondazione Fabbrica Europa (Firenze) in partnership con 7 partner italiani, fra cui la Compagnia Menhir Danza, e 14 strutture straniere.

In questo periodo storico, in cui i processi di globalizzazione economica determinano profondi cambiamenti sociali e culturali, l’attaccamento all’identità culturale e alle tradizioni è spesso il tentativo di difesa attuato da ciascuna comunità per contenere gli effetti delle trasformazioni in corso.

L’osservazione di tradizioni artistiche altre è una straordinaria opportunità per entrare in contatto con la ricchezza delle differenze in opposizione all’omologazione culturale.

All’interno di questo percorso Antonio Savoia e Stephanie Kayal hanno sviluppato una ricerca a distanza, incontrandosi virtualmente online su una piattaforma digitale (Skype/Zoom).

Il mezzo digitale ha consentito di abbattere la tradizionale unità aristotelica di spazio, tempo e luogo, introducendo i concetti di disgregazione dello spazio scenico unitario, di sfasamento temporale e di unità di azione. Incontrandosi online, hanno condiviso pensieri, visioni, materiale fotografico, idee e frammenti coreografici.