Una fabbrica e una città nella lunga parabola della siderurgia italiana. Lunedì 20 gennaio, alle ore 11 all’IISS Liside di Taranto, presentazione del libro “L’acciaio in fumo. L’Ilva di Taranto dal 1945 ad oggi” di Salvatore Romeo (Donzelli, 2019).

All’incontro con gli studenti, oltre all’autore, interverranno la docente Piera Cardellicchio e Antonio Mandese. L’evento è inserito nel progetto “Via Leogrande”, percorso di ricerca e di conoscenza dell’opera di Alessandro Leogrande attraverso la promozione della lettura e dei libri, a cura della cooperativa teatrale Crest, d’intesa con Teatro Koreja, Libreria Dickens e Casa del Libro di Raffaele Mandese, sostenuto dalla Regione Puglia/Fondo Cultura.

Il libro

Per anni gli sviluppi del «caso Ilva» hanno occupato le cronache nazionali, per anni si è discusso del destino del siderurgico, costruito a Taranto nei primi anni sessanta e ancora oggi ritenuto «strategico» per il paese. Per anni la fabbrica, grande quasi quanto la città, è stata al centro di uno scontro tra proprietà, sindacati, associazioni ambientaliste, magistratura e politica. Per capire come si è giunti a una delle più gravi crisi industriali e ambientali della storia d’Italia occorre ricostruire il rapporto fra Taranto e il siderurgico partendo dalle sue origini e ripercorrendone l’evoluzione. Pensata come fattore propulsivo per lo sviluppo del paese, e del Mezzogiorno in particolare, l’acciaieria ha assunto da subito una posizione preminente nei confronti del contesto locale.

Le trasformazioni innescate dal suo insediamento hanno sollecitato una dialettica intensa: l’impatto economico e ambientale della fabbrica, il modello di sviluppo ad essa legato, la stessa organizzazione del lavoro sono stati messi in discussione da ampi strati della società ionica in nome di un’industrializzazione attenta ai bisogni del territorio. In seguito, la crisi dell’impresa pubblica e la sconfitta del movimento operaio hanno trasformato Taranto in una delle punte avanzate del nuovo corso liberista. Con l’«era Riva» fra lo stabilimento e il contesto circostante si è aperta una cesura. In questo quadro è esplosa l’emergenza degli ultimi anni, che ha assunto la forma di un conflitto fra ambiente e lavoro, fra fabbrica e città. Uno stallo per il quale ancora non si intravede una via d’uscita. Con un’analisi appassionata e ben documentata, Salvatore Romeo ripercorre una vicenda in cui storia economica e storia d’impresa, storia urbana e storia ambientale, storia politica e storia sociale si intrecciano facendo emergere il racconto di una città e della sua interazione con la fabbrica.

L’autore

Salvatore Romeo Nato a Taranto nel 1984. Dopo la maturità scientifica, si laurea nel luglio 2007 in Filosofia (triennale) e nel settembre 2010 in Storia e civiltà (specialistica) all’Università di Pisa. Nel 2014 consegue il dottorato di ricerca in Storia Economica all’Università di Verona (XXVI ciclo) con una tesi dal titolo “La siderurgia pubblica italiana nel Mercato Comune Europeo (1956-1995)”. Nell’anno accademico 2014/2015 è borsista all’Istituto Italiano di Studi Storici. Nell’inverno 2016/2017 collabora alla stesura del Piano per la Cultura “PIIIL” della Regione Puglia in qualità di “esperto junior”. Nel 2017 fonda l’associazione di public history “Fucina 900”. Cura il volume postumo di Alessandro Leogrande “Dalle macerie. Cronache sul fronte meridionale” (Feltrinelli, 2018). Si occupa di storia dell’industria e dell’ambiente.