Domenica 2 giugno (ore 19 – ingresso libero) nelle sale del Must – Museo Storico di Lecce con l’inaugurazione della mostra La stanza di ieri, personale dell’illustratore torinese di origini salentine Marco Cazzato, si chiude l’articolato programma della prima edizione del festival “Holm! Editoria e disegno”,
progetto di Officine Culturali Ergot in sinergia con il Collettivo Artistico Lamantice, finanziato dal programma straordinario 2018 in materia di cultura e spettacolo della Regione Puglia. Nel corso degli anni, Marco Cazzato ha collaborato con La Stampa, Tuttolibri, Einaudi, Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, Comic Art Books, Slow Food, Penguin Random House, Linus, Sony, Baldini Castoldi Editore, Coniglio Editore, Torino Film Festival, Stresa Festival, Teatro Metastasio e molti altri. Tra le collaborazioni in ambito musicale ha realizzato le copertine dell’album “Canzoni per un figlio” dei Marlene Kuntz, di “C’eravamo abbastanza amati” di Luci della centrale elettrica e “Alone” di Gianni Maroccolo. Ha realizzato inoltre manifesti e curato l’immagine per molti eventi, tra i quali il Torino Film Festival 2011 e per La Traviata di Giuseppe Verdi e Tosca di Giacomo Puccini per la Stagione lirica di Spoleto 2012 e 2013, Guido Catalano Tour e molti altri.
La stanza di ieri. La mostra
La stanza di ieri è una mostra antologica di oltre 100 tavole originali dell’illustratore torinese (di origini salentine), una selezione della produzione degli ultimi anni, principalmente legata all’editoria. Tavole originali di illustrazioni pubblicate su quotidiani e riviste, o realizzate per manifesti, copertine di libri e album musicali. Saranno inoltre esposte le tavole originali del libro “Album” che Cazzato ha realizzato per la GRRRz Comic Art Books, e del remake illustrato del capolavoro di Federico Fellini “8½” realizzato per il progetto This is not a love song. La mostra sarà aperta tutti i giorni (tranne il lunedì) fino al 31 agosto dalle 10 alle 13:30 e dalle 15.30 alle 19 (biglietto 5.50 euro, ridotto 3.50).
“La Stanza di ieri è un’antologica che riesce molto bene a raccontare l’evoluzione e la ricerca nel lavoro di Marco negli ultimi anni”, sottolinea Serena Fumero. “I lavori esposti sono gli originali delle illustrazioni nate dalla collaborazione con quotidiani e riviste, realizzate per manifesti, copertine di libri e album musicali, fino a giungere ai lavori grandi su tela e i libri: un’antologia di quello che è il prodotto del lavoro dell’illustratore. Opere caratterizzate dall’evoluzione impercettibile ma costante, fatta di piccole introduzioni cromatiche, di linee più o meno distinguibili, più o meno marcate, di variazioni tecniche, dalle tavole a matita e tempera, quasi monocromatiche e dal gesto più istintivo che lascia maggiore spazio alla percezione della costruzione del disegno, alle più numerose tavole ad acrilico, tecnica prediletta, dove emergono le tavole di Album (GRRRz Comic Art Books, 2016) e di 8½ (This is not a love song 2017) gli ultimi lavori in ordine di tempo, in cui è approdato ad uno stile più descrittivo, improntato sulla quasi totale assenza del colore, o meglio, sull’utilizzo di una vasta scala di grigi e bruni che conferiscono eleganza e calore monocromatico. Sono proprio gli ultimi lavori che fanno pensare alle stanze, dove ‘La stanza’ in questo caso è uno spazio in cui vengono raccontate storie, stipate delle fotografie, un universo in cui vivono i suoi personaggi che a volte si palesano, a volte fanno soltanto intuire la loro presenza”, prosegue la storica dell’arte.
“Non una stanza normale ma una wunderkammer, un luogo dove raccogliere, collezionare, tutti i naturalia e mirabilia del mondo, o, in questo caso specifico delle oscillazioni, grandi e piccole di irrealtà nelle scene rappresentate. La sua è la pittura di un “sabotatore tranquillo”, che inserisce senza preavviso frammenti surreali nel quotidiano, riducendo ad un istante di immobile sorpresa la sua interpretazione del mondo. Alcune illustrazioni sono dei racconti brevi, altre sono note ai margini, riflessioni essenziali dove l’autore, se si trattasse di uno scrittore, concederebbe la possibilità di immaginare la storia descritta senza bisogno di leggerla. In questo sta il gioco, ognuno può immaginare e costruirsi ciò che precede e ciò che segue l’istante rappresentato. Su tutti i lavori, compreso il remake degli splendidi fotogrammi del capolavoro di Federico Fellini 8½ rivisti alla luce del suo linguaggio, emerge un ulteriore, fortissimo, filo conduttore: l’eleganza. L’eleganza raggiunta nell’ultimo periodo è in assoluto il dato più significativo, conferita da un costante bilanciamento della composizione e dalla cura dei particolari che rendono ogni tavola mai leziosa o ridondante. Quell’eleganza sicura e innata che è data dall’equilibrio tra le parti e la sorpresa dell’inaspettato. Quell’eleganza insomma, che nasce dal saper trasmettere i concetti più profondi e sfuggenti e soprattutto, dall’infrangere i divieti del pensiero comune. Con grazia. La Stanza di ieri è un bel posto in cui soggiornare”.
La rivista “Lamantice – Fiato ai disegni”
Sino al 30 giugno le Officine Culturali Ergot ospita invece le tavole con le illustrazioni del terzo numero della rivista “Lamantice – Fiato ai disegni”. La rivista di giornalismo illustrato, ideata dal collettivo CALM e pubblicata da Edizioni Ergot, è un progetto editoriale ricco dei numerosi contributi di un folto gruppo di disegnatori del territorio ma non solo. Lamantice prende il nome dallo strumento che, producendo un soffio d’aria, alimenta il fuoco del camino o la combustione delle fucine, e che la redazione ha scelto di femminilizzare per dare seguito a quel curioso fenomeno che in molti dialetti della Puglia meridionale trasforma in femminili i sostantivi che terminano in e.
Il motto “Fiato ai disegni”, esplicita l’intento del progetto, cioè quello di raccontare per immagini l’attualità, la politica, la società, per metterle a fuoco attraverso il segno di ognuno dei redattori e fare ecologia delle parole, che mai come di questi tempi sono troppe, abusate, svuotate di senso. Ogni immagine è di per sé un racconto, un racconto che parte da una delle notizie selezionate, ma da questa poi prende le distanze per riscriversi attraverso le mani di chi l’ha illustrata, con il proposito di garantire a chi guarda uno spazio interpretativo e immaginativo autonomo. Sono trenta gli illustratori di questo numero Pelo di cane (in copertina), il cinese Tony Cheung, Giuseppe Apollonio, Francesco Arnesano, Gabriele Benefico, Boris Colorblind, Brizzo, Gianpiero Chionna, Marco Cito, Enrica Ciurli, Pierpaolo Gaballo, Enzo de Giorgi, Paolo Ferrante, Betti Greco, Veronica La Greca, Lorenji Bloom, Carmelo Kalashnikov, Giovanni Matteo, Simone Miri, Nessuno Niemand, Giancarlo Nunziato, Stefano Palma, Massimo Pasca, Valeria Puzzovio, Chiara Rescio, Alessandro Romita, Paola Rollo, Davide Russo, Sasori Komomo, Suundial, Giuseppe Zizza.
La rivista – che propone una selezione di 28 notizie illustrate – ospita anche la rubrica musicale di Max Nocco e la sezione De Gustibus. “Non potevamo tralasciare il clamore intorno al caso Greta Thunberg che, ci piaccia o no, almeno non dovrebbe lasciarci indifferenti. L’imminente catastrofe climatica che ci stiamo confezionando ha uno stretto legame anche con gli abitanti di Taranto”, sottolineano dalla redazione. “La Corte Europea ha multato l’Italia per non averli protetti dall’inquinamento dell’ILVA, l’elefante nella stanza è finalmente sotto gli occhi di tutti. Ci sono tragedie, come quella di Taranto, che durano decenni, e altre che si consumano in pochi secondi. Come la strage nelle due moschee di Christchurch, trasmessa in diretta su Facebook e Youtube: un video che documenta la brutalità dell’uomo e apre interrogativi sulla diffusione di contenuti violenti via internet. Nello stesso periodo in cui si discuteva della riforma sul copyright. Ciò che fa di internet uno spazio libero e aperto, lo rende anche vettore di contenuti orripilanti; ma quanto può essere pericoloso varcare il confine tra controllo e censura? “Compiamo la scelta morale dell’amore contro l’odio” ha detto Spike Lee durante gli Oscar, esortando gli americani a stare all’erta per le presidenziali del 2020. È un invito a non deresponsabilizzarci come esseri umani, sulle questioni piccole come su quelle enormi. E Lamantice per noi è anche questo: creatività e responsabilità”.