Camilla Vivian è una mamma di 46 anni che ha scritto “Mio figlio in rosa”, un libro autobiografico in cui racconta la sua vita con tre figli dai 14 agli 8 anni e un cane.
La sua è una famiglia “normale”, con la particolarità che Federico, il secondogenito, biologicamente maschio, fin da quando ha un anno e mezzo ha manifestato il desiderio e l’esigenza di essere (anche) una bambina: vuole indossare gonne e abiti rosa e sbrilluccichini, preferisce la compagnia di amiche femmine, nei giochi si identifica con le fatine e non con Spider-Man.
In “Mio figlio in rosa” Camilla Vivian racconta la vita quotidiana della sua famiglia, soprattutto racconta i propri dubbi e timori, il suo continuo interrogarsi e cercare di comprendere. È tutto alquanto complicato, ma di una cosa questa mamma straordinaria è certa: non è la persona non conforme che deve adeguarsi, non sono i genitori a dovere accordare il figlio per proteggerlo, ma sono gli altri che devono imparare a conoscere, capire e accogliere.
Il libro “Mio figlio in rosa” sarà presentato a Taranto, alle ore 17.15 di sabato 2 febbraio, nel Salone Lacaita del Palazzo della Provincia, in via Anfiteatro n. 1; la manifestazione, con ingresso libero e gratuito, gode del patrocinio della Provincia di Taranto e del Centro Servizi Volontariato di Taranto.
Con l’autrice dialogheranno e interverranno Miki Formisano, presidente T Genus Magna Grecia e Presidente CEST, Antonella Palmitesta, psicoterapeuta, sessuologa, presidente NUDI e vicepresidente CEST, Paola Biondi, psicoterapeuta CEST, e Cathy Latorre, avvocato esperto in diritto dell’identità di genere.
Il convegno, con ingresso libero e gratuito, è organizzato dall’associazione di volontariato “TGenus Magna Grecia”, dal CEST (Centro Salute Trans e Gender Variant), dall’Ufficio Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, e dalla associazione NUDI (Nessuno Uguali Diversi Insieme).
L’autrice Camilla Vivian racconta «mio figlio sa di essere biologicamente maschio. Non mi ha mai detto ‘Io sono una bambina’ come invece so che fanno molti ragazzi simili a lui. Non ha mai affermato di appartenere all’altro genere. Lui dice di essere tutti e due. Quando però gli chiedo “Ma se sei tutti e due allora ogni tanto puoi anche vestirti da maschio” lui salta su con un ‘Che sei matta!? Non ci penso nemmeno!»
E Camilla ha deciso di non ostacolarlo, di mettersi in ascolto, di assecondarlo. Perché così Federico è più felice. Ha iniziato a documentarsi, a leggere, a trovare sul web delle storie simili alla sua.
Ha scoperto che esiste la disforia di genere, ed esistono i bambini transgender, quelli gender fluid, quelli gender smoothie, i non binari, e altri ancora. Esistono insomma molte strade in cui si incanalano gli sviluppi atipici dell’identità di genere, e Federico percorre la sua.
Con determinazione e delicatezza, e una buona dose di ironia, Camilla racconta i propri dubbi e timori, racconta la storia di Federico, 9 anni, bambino sereno e consapevole, con i capelli lunghi e lo smalto rosa. Racconta la quotidianità della sua famiglia, con la scuola e la piscina, la spesa dal salumiere, le festicciole di compleanno, le pressioni del contesto sociale.