Domenica scorsa è stato benedetto il presepe della confraternita della SS. Addolorata e San Domenico nei locali sotto la scalinata del tempio sito nel cuore della città vecchia.
Si tratta di un suggestivo presepe in movimento realizzato dalla passione del signor Montinari. Nel corso degli anni aveva allestito un presepe monumentale nella sua abitazione: innumerevoli personaggi, ambientazioni suggestive, chiunque lo vedesse ne rimaneva ammirato. Alla sua scomparsa i figli hanno pensato a come condividere l’opera d’arte che il padre aveva lasciato loro.
Di qui l’incontro con Don Emanuele Ferro che si è assunto l’impegno di trovare al presepe una collocazione che consentisse un’esposizione appropriata, stabile nel luogo e nel tempo.
Ma questo non poteva bastare. L’allestimento di un presepe richiama a sé l’immagine delle famiglie intente alla sua costruzione, a valori e affetti condivisi. A Taranto vecchia, dove don Emanuele svolge la sua attività pastorale, capita che le famiglie non possano essere unite a causa della detenzione di un congiunto. Così l’idea di coinvolgere la direttrice della casa circondariale, Stefania Baldassari, che ha risposto con la consueta disponibilità, perché l’allestimento del presepe avvenisse con la collaborazione di alcuni detenuti residenti nell’Isola e delle loro famiglie.
Il progetto, annunciato a maggio in occasione della consegna della Croce di San Cataldo alla dottoressa Baldassari, si è quindi concretizzato.
La confraternita Maria SS Addolorata e San Domenico, per voce del commissario Giancarlo Roberti, ha proposto a don Emanuele, che è il padre spirituale della confraternita, che il presepe fosse ospitato sotto la “Scalinata” della chiesa di San Domenico: “Ospitare un presepe con questo ulteriore valore simbolico nei locali della confraternita – ha detto Roberti – è per noi motivo di gioia e segno di una rinnovata relazione con gli abitanti di Taranto vecchia. La storia della Sacra Famiglia che il presepe racconta ci parla del dovere della condivisione e dell’accoglienza, dell’amore gratuito. Il coinvolgimento dei detenuti e delle loro famiglie va in questo senso”.