Comincia a farsi sentire l’attesa in vista dell’evento più importante dell’estate ostunese.
Come da tradizione, dal 25 al 27 agosto si rinnova l’appuntamento con la “Cavalcata di Sant’Oronzo”, la tre giorni dedicata al protettore della Città bianca, in cui un corteo di cavalli e cavalieri bardati a festa sfila per le vie del centro.
COM’È NATA
Bisogna risalire alla seconda metà del XVII secolo per ricostruire le origini della cavalcata. La peste invase la penisola salentina, risparmiando Ostuni ed altre città di Terra d’Otranto. Fu riconosciuto a Sant’Oronzo il merito di questo miracolo che ogni 26 agosto veniva ricordato dagli ostunesi, diretti in processione al santuario eretto in suo onore, dove prelevavano la statua in cartapesta raffigurante il santo, e la portavano a spalla nella piazza del paese. Il cavaliere e la sua cavalcatura si dirige, insieme agli altri, verso piazza Cattedrale dove tutti attendono che la statua del Santo venga portata fuori dalla chiesa madre. Il vescovo, i prelati della diocesi e le autorità precedono la statua, mentre un trio di suonatori, impegnati ad eseguire un antico ritornello accompagnandosi con piffero e tamburi, va ad aprire il corteo. Dietro la statua, la banda precede i cavalieri che eseguono piroette, così come si era soliti far avanzare i cavalli, esibendosi in suggestive coreografie. In questa manifestazione, quello della vestizione è uno dei momenti più emozionanti e suggestivi: al termine di ogni processione, vengono premiati i migliori cavalieri, vestiti con splendidi costumi, e i rispettivi accompagnatori. È nel 1803 che la Cavalcata di sant’Oronzo comincia ad assumere l’attuale configurazione, con l’appellativo ‘Cavalcata dei Devoti’, evolvendosi nel corso degli anni con alcune modifiche, restando però inalterata nella sostanza. A chiusura dell’evento, si eseguono solitamente brani operistici e sinfonici, mentre fuochi d’artificio illuminano il cielo dell’intera città.