Nel polmone verde della città di Taranto, Villa Peripato, domenica 8 luglio, ci sarà un’imperdibile serata al ritmo della musica popolare con il gruppo Terraròss. Nata dall’idea di Dominique Antonacci e Giuseppe De Santo, nel corso degli anni la band si è affermata come un’importante realtà musicale e culturale, al punto da meritarsi il riconoscimento, da parte delle istituzioni locali della Provincia di Taranto di “Gruppo Ufficiale di Terra Jonica”.
Sette musicisti e una danzatrice – Dominique Antonacci (voce, tamburello, percussioni), Giuseppe De Santo (voce, chitarra, armonica a bocca), Anna Rita Di Leo (voce, tamburello), Stefano Pepe (bidonbasso), Vito Gentile (fisarmonica), Nicola Mandorino (chitarra, mandolino), Antonio De Santo (voce, tamburello, armonica a bocca), Caterina Totaro (Danzatrice) –, i Terraròss hanno realizzato numerosi album, dal disco d’esordio “Na sunète fore la marinare” pubblicato nel maggio 2010, ai successivi lavori “Tarantella dell’Incerto”, l’album natalizio “Mo Vene Natale” e l’ultimo progetto dal titolo “Giù al Sud” uscito nel 2016.
Ma è sicuramente il live il loro punto di forza, tanto da portarli a girare numerose piazze d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, passando per l’Abruzzo, l’Umbria e il Lazio, e naturalmente l’amata Puglia. Un successo inarrestabile, che è arrivato a toccare i Paesi di tutto il mondo, in un tour internazionale che ha attraversato la Svezia, l’Olanda, il Belgio, l’Inghilterra, Germania, Spagna, Russia e persino l’Australia.
La loro musica debutta anche sul grande schermo, nel 2015, nel film di Paolo Genovese “Sei mai stata sulla luna?” dove è presente il brano Pizzica tarantina. Tra le sonorità dei Terraròss si respira il profumo della cultura di un tempo, sempre più lontana e sbiadita dagli anni che scorrono inesorabilmente. La bellezza di una storia, di una vita semplice trascorsa fra il vocìo della gente nei borghi e le urla dei mercanti ambulanti, fra l’affanno del duro lavoro nei campi e il grido delle lotte e delle rivoluzioni. Il ritmo dei tamburelli richiama proprio il battito della vita, del cuore e della terra che, nonostante il tempo, conserva ancora le stesse radici.